Una casa immersa nel bosco, circondata da campi, alberi da frutta, verde, tutta di legno. In una stanza piena di colori, un tabellone immenso dove sono segnate le attività della giornata e la molletta corrispondente allo stato d’animo del giorno, sei ragazzi della terza media si stanno preparando per il loro spettacolo. C’è chi ripassa la storia da leggere, chi prova l’intonazione della voce, chi prova qualche accordo alla chitarra. Sembrano delle star nel loro camerino.
Una quarantina di bambini tra i 3 e i 5 anni stanno seduti sulle loro seggioline di legno, in silenzio, ma sono emozionati e non vedono l’ora di sapere chi uscirà da quella porta. C’è chi bisbiglia, chi muove le gambe, chi sorride trepidante.
Ed ecco che il meraviglioso gruppetto esce e per quaranta minuti racconta loro le storie, leggendo tre libri diversi, interpretando i personaggi, facendo rumori e suoni, e i piccoli ascoltano rapiti. Si parla dei colori dell’arcobaleno, i ragazzi grandi chiedono se loro sanno quali sono e i bambini rispondono entusiasti. Ma non si fermano lì, chiedono loro se li sanno in inglese e poi la domanda fatidica “E li sapete in spagnolo?”.
Loro scuotono la testa ed ecco che un ragazzo inizia a elencare i colori con un accento perfetto e per farli capire meglio chiede loro il colore delle magliette che indossano così loro si alzano, ridono, si sentono importanti quando la maglia combacia con il colore in questione. Uno dei ragazzi concludendo una storia a lieto fine dice “Avete visto? I desideri, come ci dice sempre la nostra professoressa di spagnolo, se ci credi veramente, si avverano”. E poi si prende la chitarra e via a cantare canzoni in spagnolo, e poi musiche per piccoli per finire in un immenso girotondo con l’intramontabile ballo del qua qua. I grandi saltano e ballano con i piccoli, alle fine è ora di andare via e via non ci vuole andare nessuno.
I piccoli vorrebbero i loro nuovi amici lì ancora per un po’, e i grandi sono così felici che si attardano più che possono.
Ma è tempo di andare, i bimbi hanno i loro giochi e il pranzo che li aspetta, i grandi hanno il pullmino, la lezione di inglese e quella di italiano. Escono entusiasti, c’è chi dice che da grande vuole fare l’educatrice, chi il maestro d’asilo, chi studiare e lavorare con i bambini.
Evviva la didattica orientativa, evviva la scuola condivisa, evviva la scuola fuori dall’aula, in un posto bellissimo dove la direttrice Mirella Maglio, ispirata al metodo finlandese fa fare ai bambini attività meravigliose, e evviva la nostra di scuola che permette questo mescolarsi bellissimo di mondi.
Micol Rigoni