Sportello d’ascolto.
Il nome sembra già essere promettente di immagini belle.
Sportello mi fa immaginare qualcosa che viene aperto e nell’età dell’adolescenza avere qualcuno che ti apre una porticina solo per ascoltarti è una bella sicurezza.
Avere qualcuno pronto a darti una mano può essere di aiuto soprattutto in situazioni di disagio scolastico o giovanile.
È vero che bisogna evidenziare la valenza non terapeutica del servizio, e distinguere tra processi di aiuto e processi di cura, ma avere un pronto intervento in risposta alle difficoltà adolescenziali è rassicurante.
Chiediamo alla prof.ssa Alessandra Facciolongo responsabile dello sportello d’ascolto qualche dettaglio in più.
“In cosa consiste il colloquio pedagogico?”
“È una relazione tra il pedagogista e la persona, attraverso la quale si tende al raggiungimento di un obiettivo di sviluppo di sè o al superamento di una situazione critica momentanea nella vita della persona”.
“Quali sono i punti più importanti?”
“Sicuramente un ascolto attento e privo di giudizio, per far sentire l’individuo accolto e compreso, facilitando e sviluppando autonomia e responsabilità che rendono possibile il cambiamento. Si crea una relazione empatica e di fiducia attraverso la quale la persona è libera di auto ascoltarsi e auto esplorarsi facendo emergere risorse e potenzialità”.
“A chi è rivolto il servizio?”
“Questo sportello è per gli alunni della scuola secondaria di I e II grado, famiglie e docenti”.
Insomma un aiuto concreto ai giovani e alle loro famiglie sia nel processo di crescita che di integrazione.
Inoltre non è da dimenticare che un buon benessere psico affettivo e scolastico degli alunni è già un primo passo per un adulto sereno.
Quindi? Vi aspettiamo!
Micol Rigoni