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Diario dal programma Erasmus (1° puntata)

Diario del Programma Erasmus

Attualmente, nell’ambito del programma Erasmus, ci troviamo in Polonia, precisamente a Cracovia, dove stiamo avendo l’opportunità di visitare la scuola Da Vinci e la scuola Mazzarello, accompagnati dalla professoressa di italiano, Ania. Questa esperienza ci sta offrendo un’importante occasione di apprendimento interculturale. È cruciale, prima di approfondire le specifiche lezioni che stiamo ricevendo, riconoscere che ci troviamo di fronte a una realtà culturale nuova e diversificata rispetto a quella dei paesi del Mediterraneo, da cui proveniamo. Questa differenza ci invita a riflettere non solo sulle pratiche educative locali, ma anche sulle tradizioni, i valori e le prospettive che caratterizzano la società polacca.

Osservando l’atteggiamento della popolazione polacca nei confronti del bene comune, possiamo notare una profonda maturità e un significativo rispetto per tutto ciò che appartiene alla collettività. Nella scuola Leonardo da Vinci, gli ambienti comuni sono concepiti per assomigliare a un salotto accogliente, dotati di divani colorati, poltrone confortevoli e tavolini. Durante gli intervalli, gli studenti si sistemano in modo ordinato, dimostrando cura e attenzione per il loro ambiente. Questo atteggiamento non è solo simbolo di educazione civica, ma riflette un forte senso di responsabilità condivisa. Tale premessa è fondamentale per comprendere non solo l’essenza della scuola che stiamo visitando, ma anche la mentalità e i valori che la società polacca promuove nei suoi giovani cittadini. Attraverso quest’analisi, possiamo trarre insegnamenti significativi su come il senso di comunità e il rispetto per il luogo in cui si vive possano influenzare positivamente il contesto educativo e sociale.

Gli studenti sono simili a quelli italiani: alcuni amano lo studio, mentre altri cercano di arrivare alla fine dei corsi con il minimo sforzo. Tuttavia, la differenza è significativa: il termine “rispetto” ha, per loro, un significato intrinseco. C’è rispetto per l’insegnante, per i divani, per i compagni, per le regole e per noi, visitatori italiani.

Nei prossimi articoli del blog vi spiegherò nei dettagli i punti in comune e le differenze tra le programmazioni scolastiche, i voti, i compiti a casa, le valutazioni, ecc. Tuttavia, in questo articolo introduttivo, ci tengo a sottolineare come la differenza culturale e la serietà dell’approccio verso ciò che non ci appartiene diventino un fulcro importante per quella che sarà la mia riflessione sulla scuola polacca in confronto a quella italiana.

Nei miei viaggi scolastici in Europa, ho notato che tutte le scuole si assomigliano. Gli insegnanti lamentano tutti gli stessi problemi, come l’eccessiva burocrazia, il cambio generazionale e la fragilità degli studenti. Come coordinatore scolastico di una scuola italiana, posso dire che la nostra scuola è fondata su pilastri molto solidi, su una programmazione seria e razionale, su contenuti, sui classici, sulla letteratura e sull’umanesimo.

Cosa ci manca? Forse ci manca un po’ d’aria nuova nella formazione, un confronto reale che non si esaurisca in un mero riempimento di moduli per il programma Erasmus, ma che rappresenti una vera presa di coscienza della necessità di cambiare la didattica. Dobbiamo mettere gli studenti al centro del nostro processo di insegnamento, non solo come teoria, ma con i fatti. Dobbiamo motivare gli studenti e farli innamorare del sapere. Lo so, è un’impresa ardua e può apparire come parole al vento.

Nel prosieguo dei miei articoli, scriverò altre riflessioni, lancerò nuove proposte e chiederò l’opinione benevola dei miei colleghi, ricordando che siamo insegnanti e che le polemiche le lasciamo fuori dalla porta, in un’era di mezzi di comunicazione dove tutti gridano e si lamentano.

Alla prossima puntata!