Può sembrare anacronistico parlare ancora di cura della grafia quando il mondo sta andando verso l’uso esclusivo dei due pollici poggiati su un touchscreen. Tuttavia, sono fermamente convinta che la manualità del disegno e della scrittura non debbano essere persi.
Persino Steve Jobs il fondatore di Apple, nel momento in cui abbandonò gli studi universitari cominciò a seguire dei corsi di calligrafia. La bella grafia è perfezione, e questo lo aveva già capito un artista del Rinascimento come Leon Battista Alberti nel momento in cui applicò proporzioni geometriche ed equilibri classici alle lettere del lapidario romano.
Anche Umberto Eco ci ha lasciato qualche riflessione sulla necessità per gli studenti di continuare a scrivere a mano. “I bambini, e non solo loro, non sanno più scrivere a mano” sostiene con un certo rammarico sulle pagine del quotidiano britannico Guardian. Nell’articolo lo scrittore si dimostra preoccupato per quel “50 per cento di ragazzi italiani che hanno problemi con la grafia, oltre che con gli errori di ortografia”.
Secondo Eco, la scomparsa della bella scrittura è iniziata prima dell’avvento del computer e del cellulare. La penna a sfera ha contribuito a questa decadenza, poiché non incoraggia la personalità e lo stile nella scrittura. Eco ricorda come la sua generazione abbia imparato a scrivere copiando le lettere dell’alfabeto con cura.
“La mia generazione ha imparato a scrivere a forza di ricopiare in bella grafia le lettere dell’alfabeto. Può sembrare un esercizio ottuso e repressivo, ma ci ha insegnato a tenere i polsi fermi sulle nostre scrivanie, sui nostri computer portatili”.
Ma perché rimpiangere la scrittura manuale in un’epoca di tastiere che favoriscono il pensiero veloce? Eco crede che l’arte della scrittura insegni il controllo delle dita e incoraggi la coordinazione occhio-mano.
Lo scrittore conclude dicendo: “sarebbe una buona cosa se i genitori iscrivessero i propri figli a scuole di calligrafia per partecipare a gare e tornei”.
Le riflessioni di Umberto Eco e la nostra esperienza sul campo hanno dato vita ad un progetto di scrittura che si svolgerà nell’anno scolastico 24-25, Scrivere con stile: laboratorio per piccoli artisti rivolto agli studenti della scuola elementare Daisy.
Il punto di partenza sarà la richiesta da parte del nostro staff ai genitori di un regalo speciale per i loro figli: una penna stilografica.
Regalare una penna di stilografica rappresenta un gesto simbolicamente importante, sancisce il momento in cui il bambino è passato dalla mera esercitazione di copiatura delle lettere alla realizzazione di brevi testi scritti ordinatamente su un quaderno preposto per mezzo di uno strumento che rappresenta il raggiungimento di un primo grande obiettivo: l’autonomia della scrittura.
Il progetto Scrivere con stile: laboratorio per piccoli artisti avrà come focus lo sviluppo delle abilità motorie e la coordinazione mano-occhio, implementando la capacità di concentrazione e la memoria visiva. Scrivere in modo curato e preciso aumenterà la fiducia e l’autostima nei bambini, che vedranno i propri progressi e i propri miglioramenti nel tempo.
Attraverso la calligrafia i giovani studenti esprimeranno la loro personalità e creatività, imparando a dare forma alle proprie idee e emozioni attraverso le lettere e i segni grafici.
Al termine del progetto gli studenti creeranno biglietti di auguri personalizzati con le tecniche di calligrafia apprese durante il corso e con disegni e decorazioni a mano che saranno venduti a fine anno a sostegno del Canile e del Gattile del Comune di Chieri.
Concludo le mie riflessioni con una citazione di Isabel Allende:
“La grafia è la nostra impronta digitale sul mondo. Scrivere con cura e precisione è un segno di rispetto verso chi leggerà le nostre parole e verso noi stessi.”
Articolo di Nicoletta Coppo