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LA LINGUA INGLESE: UNA FINESTRA SUL MONDO

di  Valentina Bruzzese

Tutte le lingue sono meravigliosi specchi della cultura e della storia di un popolo. La lingua inglese, oltre a essere tutto questo, continua a mantenere il primato di lingua passpartout, assumendo il ruolo di connessione e relazione tra popoli, pensieri e business.

L’apprendimento della lingua inglese non è, quindi, fine a stesso o requisito utile solo per l’ottenimento di una certificazione, bensì uno strumento di libertà conoscitiva che consente di approfondire lo studio di temi che suscitano la nostra curiosità, rappresentando, così, una preziosa opportunità di ampliamento degli orizzonti cognitivi e relazionali.

Ma come si può trasmettere ai ragazzi questa importante consapevolezza e facilitarne in modo originale e innovativo l’apprendimento?

  1. Vivere la lingua inglese: per immergersi in una lingua bisogna esercitarla, ed è per questo che le lezioni si svolgono totalmente in lingua inglese. In questo modo, si allena l’orecchio all’ascolto di suoni nuovi e differenti, si esercita l’apparato fonatorio a riprodurre quei suoni e si acuisce il desiderio di comunicare ed esprimersi formulando frasi, richieste e pensieri;
  2. La musicalità della lingua inglese:  tutte le lingue sono, prima di tutto, suoni. Parlare una lingua è un po’ come cantare: a caratterizzarla, infatti, ci sono ritmi, pause e intonazioni. L’ascolto di brani musicali permette, poi, di educare l’ascolto attivo e di ampliare con ritmo il lessico, apprendendo parole nuove ed espressioni idiomatiche, fondamentali per una comprensione approfondita della lingua. Ancora, la scelta di brani musicali che raccontano e descrivono temi sociali (quali l’accettazione di sé e altrui, la forza della collaborazione, l’uso sapiente dei social media e affini) diviene, così, occasione per comprendere il grande potere che hanno le parole su noi stessi e sugli altri;
  3. La lingua inglese per comprendere la società: la visione di brevi video e la lettura di articoli aiuta a capire che, dietro alle parole che si sentono pronunciare con frequenza – come bodyshaming e cyberbullismo –, ci siano, in realtà, significati e fenomeni che non sono poi così lontani da come potrebbero sembrare. Risulta, quindi, essenziale conoscere e saper utilizzare con responsabilità le parole utili per comunicare;
  4. Equilibrio tra creatività e struttura: la creazione di una struttura della lezione e di un ritmo conosciuto aiuta i ragazzi e le ragazze ad avere punti di ancoraggio nello svolgimento delle attività. Nello specifico, essi possono concretizzarsi in: un saluto iniziale, esercizi di conversazione, esercizi di grammatica, pratica di esposizione scritta e congedo finale. Lo spazio di una lezione può, inoltre, riflettere anche la vita extra-scolastica ed essere, perciò, condito dall’imprevisto, dall’inaspettato e dalla sorpresa. La creatività diviene, in tal modo, stimolo e sfida per apprendere famiglie di vocaboli attraverso la creazione di mappe concettuali, imparare verbi di moto attraverso il movimento del corpo e comprendere i tempi verbali disegnando e visualizzando una linea del tempo;
  5. Nutrire il terreno delle soft skills: nella vita non si finisce mai di imparare, e le competenze tecniche sviluppate nel corso degli studi, prima, e sul lavoro, in seguito, sono ciò che delinea la specifica professionalità di un individuo.
    Le cosiddette “competenze morbide” costituiscono, dunque, il terreno fertile che consente a quelle “dure” di fiorire, quali: saper comunicare, saper gestire le relazioni interpersonali, saper lavorare in team, sviluppare capacità di problem solving, possedere flessibilità e motivazione, gestire le emozioni e maneggiare lo stress. Role play e simulazioni di situazioni, la creazione di occasioni di lavoro di gruppo per un obiettivo comune, la lettura di storie di grandi personaggi che ci hanno preceduto e che hanno, in piccolo o in grande, cambiato e migliorato la società possono diventare, quindi, non solo occasione di apprendimento, ma anche fonte di ispirazione per far emergere i talenti specifici e unici di ogni ragazzo e ragazza: talenti che ognuno porterà con sé nel proprio futuro scolastico e nella vita e che, a scuola, possono essere coltivati e nutriti.