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IMPARARE LO SPAGNOLO CON LA MUSICA E I SENTIMENTI

La metodologia che utilizzo ormai da anni alla Scuola Media Internazionale Holden – e di cui usufruirò anche alla Daisy Primaria Internazionale – consiste nella motivazione degli studenti e delle studentesse e nello svolgere un’attività di ripasso, subito dopo aver impartito la lezione di riferimento.

Il metodo funziona in particolar modo con la grammatica e le parole che si vogliono far assimilare, ma può avere efficacia anche “al contrario”, ossia partendo dalla riflessione circa un argomento specifico, una determinata emozione, un cortometraggio o una canzone, mediante i quali parlare delle sensazioni e degli stati d’animo dei ragazzi e delle ragazze focalizzandosi sulla loro motivazione a imparare.

Il lavoro scritto, invece, viene svolto più avanti, e solo con chi è già pronto per affrontarlo: gli allievi e le allieve, infatti, devono sentire il bisogno di poter partecipare ai dibattiti e alle discussioni, e se non si ha il vocabolario, ciò non è possibile. Per acquisirlo e interiorizzarlo, si utilizzano le parole che metto in evidenza alla fine di ciascuna lezione, spesso anche attraverso dibattiti circa tematiche scelte da loro stessi.

Per esempio, si può dare avvio a una discussione in lingua intorno al cibo e al mangiare: magari non tutti – soprattutto i più piccoli – potranno comprendere alla perfezione il discorso nella sua interezza, ma ne capiscono senza dubbio il senso. A partire dall’idea, quindi, si avvia un confronto, e l’abbrivio può essere dato da qualsiasi stimolo: un video, un suono, una sensazione. In tal modo, si stimola la curiosità e si procede con il tema che ho intenzione di insegnare, e, in seguito, si effettuano gli esercizi.

L’obiettivo consiste, infatti, nell’arrivare al loro cuore e alle loro sensazioni, a ciò che i giovani hanno voglia di raccontare, perché essi hanno bisogno di parlare di sé: in questo modo, ci si pone al loro fianco, sapendo quali sono i focus del discorso e concentrandosi su ciò che sentono, quali sono i loro sogni, che cosa desiderano, come si descrivono, sulle loro posizioni su ciò che piace loro o meno e sul modo in cui interagiscono con i coetanei.

In questo senso, risultano particolarmente utili le scenette che, talvolta, faccio realizzare ai miei studenti e alle mie studentesse, finalizzate a impersonare dei personaggi e a imparare determinati vocaboli, inventando eventuali, ulteriori, personaggi oppure fornendo loro qualche elemento da utilizzare nella scena al fine di interiorizzare le parole necessarie allo svolgimento della drammaturgia.

A questi lavori si affiancano, poi, le canzoni – della tradizione o meno, didattiche o non didattiche, semplici o più difficili – e discussioni legate alla scuola e alle emozioni, ai cambiamenti che vorrebbero vedere realizzati e ai disagi correlati all’ambiente educativo.

Anni fa, per esempio, abbiamo parlato lungamente della Finlandia e del sistema scolastico ivi vigente, realizzando anche lavori a tal proposito e immaginando, mediante quest’ultimo, la “scuola del futuro” – al punto che i più piccoli, all’annuncio della nascita della Daisy Primaria Internazionale, erano quasi certi di aver contribuito alla sua realizzazione!

Un altro esempio concerne, poi, i verbi: come si fanno a insegnare? I metodi possono essere differenti: con le canzoni, con la ripetizione, con le “gare” o con dei piccoli video, mediante i quali i ragazzi e le ragazze si presentano agli altri come se avessero un blog, ripercorrendo le fasi della giornata facendo ricorso ai verbi più usuali per indicare le azioni quotidiane (“mi sveglio”, “mi vesto”, “mi pettino” e così via).

In tale solco si inserisce anche il modo in cui insegno il tempo passato dei verbi: un sistema che utilizzo da anni e che prevede il coinvolgimento delle fiabe tradizionali, che in pochi conoscono. È da almeno venti anni, ormai, che faccio lavorare i miei studenti e le mie studentesse sulla loro interpretazione e sul loro “mix”, dando così l’opportunità di creare “storie pazze”: a me, per esempio, dava molto fastidio che Cenerentola dovesse subire le angherie delle sorelle, perciò abbiamo variato la trama e, per farlo, sono stati interiorizzati i verbi al tempo passato e i vocaboli utili.

I lavori di gruppo, inoltre, sono talvolta presentati anche alle classi inferiori, i cui membri assumono il ruolo di “professori” e valutano i risultati: ciò ha portato senza dubbio a una maggiore consapevolezza nello svolgimento dei lavori stessi e a un’acuita cura del dettaglio dei singoli esercizi. Senza dimenticare, infine, la motivazione e l’autostima che ne derivano, e che risultano particolarmente funzionali nel processo di apprendimento, in particolar modo di una lingua straniera.

di Marcela Galli