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IL DILEMMA DEI COMPITI A CASA

Compiti a casa

Compiti a casa o compiti a scuola o addirittura niente compiti? Queste sono le argomentazioni più ricorrenti fra i genitori che entro il 31 gennaio devono scegliere una scuola primaria o secondaria per i loro figli.

Qualcuno sostiene che una buona cultura passi necessariamente da una dose sovrabbondante di compiti a casa, che tenga i ragazzi inchiodati alla scrivania almeno fino a tarda sera; dell’idea opposta sono altri genitori che rivendicano il tempo libero per i loro figli e chiedono alla scuola di assolvere a trecentosessanta gradi alla sua specifica funzione di insegnamento occupandosi anche dei compiti e dell’esercitazioni che i ragazzi normalmente dovrebbero fare in autonomia.

Per tentare di dare una risposta al quesito compiti a casa o compiti a scuola dobbiamo necessariamente partire da una riflessione: il significato di tempo libero.

Provo a dare una risposta citando l’enciclopedia Treccani sotto la voce tempo libero.

“(…) nella Grecia classica, la σχολή rappresenta il tempo dedicato alle occupazioni liberali e alla quieta riflessione (Aristotele), così come, nella Roma imperiale, l’otium costituisce la nobile occupazione, il diritto-dovere degli uomini destinati a ricoprire le più alte cariche (Cicerone) (…)”.

Virgilio nelle Bucoliche scrive che l’otium è un dono degli dei. Ma non dobbiamo scambiare l’otium degli antichi con l’inerzia, l’otium per gli antichi è un momento di riflessione, è il tempo dedicato agli studi disinteressati, è contemplazione e arricchimento personale.

Allora se il tempo libero è arricchimento personale non credo che pagine e pagine di esercizi di matematica possano nutrire lo spirito di tutti quegli studenti che devono assolvere a quei compiti, ma d’altra parte per un genitore forse è meglio immaginare il figlio alla scrivania che risolve radici quadrate che non appiccicato allo schermo di un computer o di una consolle ad intrattenersi ore ed  ore con sconosciuti che stanno dall’altra parte del mondo.

Personalmente credo che i ragazzi debbano godere del loro tempo libero, senza costrizioni, adempimenti, orari e appuntamenti. Insomma anche un allenamento sportivo serrato potrebbe diventare amaro quanto una giornata sui libri di matematica a risolvere radici quadrate.

La verità come sempre sta nell’equilibrio e non negli estremismi. I ragazzi dovrebbero occupare il loro tempo libero con letture, riflessioni, pause, passeggiate, allenamenti sportivi divertenti e conviviali, qualche compito (forse) poiché condivido le richieste di quei genitori che chiedono alla scuola di occuparsi in toto della giornata scolastica dei loro figli.  In tutte le scuole del Nord Europa i compiti e le esercitazioni rientrano nelle attività didattiche curricolari, gli studenti dedicano pochissimo tempo all’elaborazione dei compiti, al contrario considerano  la lettura di testi e di romanzi un momento personale di riflessione e non un compito da assolvere in autonomia. Credo che l’equilibrio si trovi proprio nella lettura, lo strumento più potente  che possiamo usare contro la massificazione delle idee risultato dell’avvento della supremazia del web sul cervello umano.

Chiudo con la solita provocazione invitando i ragazzi a ricercare la felicità in un attimo di noia e  allego una citazione di Kant!

La noia è una sorta di anelito verso un piacere ideale.  (I.Kant)

A cura della Dirigente Scolastica Nicoletta Coppo