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PEDIBUS A CHIERI: CHI CAMMINA NON INQUINA

Piedibus a Chieri

Qualche anno fa eravamo a Copenaghen ospiti di una scuola equivalente alla nostra scuola media. Già conoscevamo la fama della città per l’attenzione alle problematiche di sostenibilità ambientale, ma il confronto diretto con i colleghi incontrati a scuola ha suscitato in noi una profonda riflessione. Le piste ciclabili erano più grandi dello spazio riservato al passaggio delle auto, le biciclette transitavano sicure fra le vie: era evidente che il mezzo su due ruote aveva preso il posto all’anarchia delle auto diventando a sua volta il sovrano incontrastato della mobilità cittadina. Anche a Stoccolma funzionava allo stesso modo: tante biciclette, tante persone a piedi e poche auto parcheggiate. I colleghi ci avevano spiegato che fin da piccoli gli studenti erano abituati a recarsi a scuola a piedi, la normalità prevedeva piccoli gruppi sorvegliati da un genitore o da un volontario, che partiva da una certa fermata e faceva capolinea in un certo istituto scolastico. Tuttavia, si sono raccomandati “questa esperienza non deve essere una mera lezione di educazione civica, ma deve essere strutturata come progetto e abbracciare tutte le materie trasversalmente”.

Di lì è iniziata la nostra riflessione. In Italia la pratica di accompagnare i bambini a scuola in gruppo da tempo si è sviluppata nelle scuole modello della Romagna, e a poco a poco si è diffusa anche in altre città. Tuttavia, il problema nelle nostre città è sempre lo stesso: l’impossibilità di dare continuità a un servizio fondamentale per un genitore e per la comunità stessa poiché il Pedibus nasce dalla collaborazione delle amministrazioni con le associazioni locali che spesso non hanno fondi per sostenere lodevoli progetti.

Il Pedibus arriva a Chieri

Di ritorno dal nostro viaggio abbiamo organizzato un Pedibus per i nostri studenti, aperto anche alle altre scuole del territorio. Forti dell’esperienza del nord Europa abbiamo progettato una tratta con partenza da Piazza Dante tutti i giorni alle 7:45, prima tappa alle 7:55 alla media Holden e ultima tappa alle 8:05 alla elementare Daisy. Il servizio non è mai stato sospeso, è partito anche un paio di giorni senza utenza! Non ci siamo scoraggiati, anche se la macchina burocratica non ha coinvolto utenza degli altri plessi abbiamo continuato il servizio, che giorno dopo giorno si è ingrandito.

I ragazzi e i bambini hanno imparato che i centri delle città non devono essere congestionati dalle auto, ma devono essere restituiti ai pedoni, e proprio questa riflessione è stata il punto di partenza di un nostro progetto annuale su Calvino tratto da Marcovaldo ovvero le stagioni in  città. Abbiamo iniziato a guardare la città con altri occhi, abbiamo idealmente cancellato le auto e ci siamo concentrati sui monumenti, sulle aiuole, sui profumi del mattino. Così, come ci hanno suggerito i colleghi scandinavi il Pedibus è diventato un progetto di ampio respiro che ha toccato materie come letteratura, arte, tecnologia e musica e che è stato scelto come tema per l’anno scolastico che si sta concludendo.

Chiudiamo questo articolo citando Calvino che già nel 1963 scriveva dell’ideale di una città sostenibile.

“Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutiscono per pollini di fiori d’altre terre. Un giorno, sulla striscia d’aiuola d’un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lì prendeva ogni mattina il tram. Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto”. Da Marcovaldo, Italo Calvino.